Wind Keen Blow, il Nuovo Sistema di Difesa Personale

Il sistema WKB si basa su sei principi fondamentali che vanno allenati, assorbiti, affiche’ il nostro corpo ragioni in autonomia al posto del nostro cervello, altrimenti in un’aggressione da strada perdiamo tempo ed ogni secondo in più impiegato può fare la differenza nel risultato finale e questo perché non siamo su un ring non possiamo sceglierci l’aggressore e quindi altezza, peso, corporatura e non possiamo sapere come si manifesterà un’aggressione.

Il primo principio fondamentale del Sistema WKB è il corretto uso del baricentro, che senza sconfinare troppo nell’ anatomia o concetti che non mi appartengono, possiamo immaginare il nostro baricentro circa due dita sotto l’ombelico, non è fondamentale sapere a quale profondità lo stesso si trova nel nostro corpo perché è sufficiente immaginarlo per permetterci di eseguire i giusti movimenti e che andrò poi a spiegare.

Studiare il proprio baricentro o “punto” come in alcune arti marziali si definisce, risulta essere fondamentale per potersi avvalere di ciò che la biomeccanica e la fisiocinetica possono dare perché le tecniche siano efficaci e potenti senza ricorrere alla propria forza muscolare e invece poter contrastare quella dell’aggressore.

Come già ho asserito in precedenza, al di fuori di una competizione sportiva, non abbiamo contezza di come potrebbe essere il potenziale aggressore, pertanto non può esistere la presunzione ed arroganza di potersi avvalere solo della propria forza muscolare per contrastare magari un aggressore ben più muscoloso e forte; pertanto il principio del giusto utilizzo del baricentro risulta essere fondamentale.

Il secondo principio del Sistema WKB è la linea centrale, ma a differenza di alcune arti marziali cinesi nel mio sistema il concetto è rappresentato solo da quella linea immaginaria che dalla testa a scendere divide perfettamente a metà il nostro corpo e quindi limitandomi a vederla solo frontalmente; utilizzare questa linea immaginaria nel sistema permette di avere un target sull’aggressore ove propendere e colpire ma nello stesso tempo proteggere la nostra e quindi la zona sensibile che come già detto parte dalla testa dividendo a metà perfettamente tutto il nostro corpo;

Il terzo principio del Sistema WKB è il concetto del pentagono e che rappresenta anche il simbolo del mio Sistema, questa figura identifica l’area delimitata dal punto più alto della testa ovvero posizionato sulla sutura coronale ove si trova il primo vertice del pentagono, dalle spalle e precisamente dagli altri due vertici del pentagono che si trovano all’altezza del deltoide, dai due ulteriori vertici che si trovano all’altezza della cresta iliaca del bacino; unendo questi cinque vertici otteniamo la figura del pentagono al cui interno abbiamo, testa, spalle, torace, addome, fianchi e bacino; come per il concetto della linea centrale la volontà deve essere di proteggere la propria area in questione per entrare in quella dell’aggressore e per fare ciò vengono utilizzate tecniche di gomito, che per quanto riguarda il mio sistema sono in tutto dodici; le linee che vengono interessate con queste tecniche collegano gli angoli opposti del pentagono e la metà dei lati con gli angoli raggiungibili;

Il quarto principio del Sistema WKB è il concetto della velocità di reazione e di esecuzione, questo risulta fondamentale in una difesa da strada ove ogni situazione è imprevedibile e diversa l’una dall’altra, pertanto va bene eseguire esercizi ben precisi per aumentare la velocità di esecuzione, posso citare un bel training utilizzando i coltelli ed il bastone ove i movimenti circolari e di anche risulta prodromico ad eseguire tecniche a mani nude con il fine di aumentare la velocità, ma è ancora più importante allenare i tempi di reazione e quindi la velocità di reazione; il fattore tempo in un’ aggressione risulta influenzare drasticamente l’esito, perché non ne abbiamo e quindi è importante allenare i nostri tempi di reazione affinché all’occorrenza non sia più il nostro cervello a ragionare ma bensì il nostro corpo, raggiungendo automatismi, istinto di sopravvivenza e distaccamento dai propri movimenti.

Il quinto principio del Sistema WKB è il concetto di non arretrare ma cercare di entrare prima possibile nella difesa dell’aggressore; va però fatta una precisazione, non arretrare non significa non cercare di schivare attacchi o altro, ma bensì il significato è che quando veniamo aggrediti il mio obbiettivo dovrà essere di spingermi e più velocemente possibile dentro la difesa dell’aggressore; quest’ultimo non deve potersi riorganizzare, quindi dobbiamo cercare di rimanere più vicini possibili all’aggressore, reazioni quindi a corta distanza

Il sesto principio del Sistema WKB è il concetto della morbidezza e della pesantezza, allenare questo concetto con metodiche specifiche come esercizi ad hoc, permette sia ad un uomo che a maggior ragione ad una donna, di eseguire tecniche di difesa o attacco non avvalendosi della propria forza muscolare e quindi poter generare più velocità e potenza.

Perché riuscissi ad elaborare i miei concetti fondamentali, hanno giocato una parte di assoluta importanza gli anni di allenamento e pratica nel Karate svolti con il mio maestro ed amico Daniele Agresti, dove ho compreso l’importanza di ciò che noi tutti abbiamo due dita sotto l’ombelico, ossia il baricentro o come si definisce nella pratica il cosiddetto “punto”; quindi la necessità di saperlo utilizzare nelle rotazioni o spinte delle anche, per poter generare potenza senza imprimere forza muscolare, concetto ritrovato anche in altre arti marziali giapponesi che ho praticato.

Mi ha aiutato lo studio nelle arti marziali cinesi ed indonesiane, come il Wing Chun, ringrazio il mio maestro e amico Silvano Gasperi, come il Pencak Silat promosso dal mio maestro Antonio Di Salvo che stimo perché grande artista marziale e perché persona umile e favolosa, due arti marziali che mi hanno aiutato a conoscere meglio il concetto della morbidezza, della pesantezza, del radicamento e della conseguente velocità che si può generare, ma anche lo studio sull’utilizzo dei coltelli e quindi i movimenti rotatori che si generano hanno influito molto.

Lo studio del Krav Maga mi ha aiutato a comprendere che un sistema deve essere sobrio, diretto, senza troppi fronzoli e quindi efficace, ringrazio per questo il direttore tecnico della Krav Maga kma Academy Manuel Spadaccini, infine il Kali Filippino ma soprattutto lo stile filippino denominato Balintawak che tutt’ora pratico con il mio maestro Giovanni Poletto, insegnante eccellente e persona onesta e trasparente, mi ha dato e mi sta dando conoscenze enormi su come generare ulteriore potenza sempre sfruttando la rotazione o spinta delle anche, complice l’utilizzo del bastone in rattan e del pugnale.

Fondatore del sistema WKB
FRANCESCO FALUSI
Cell: 327 245 8177

E-mail: francescofalusi@gmail.com
Facebook: Francesco Falusi
Istagram: Francesco Falusi

PALESTRE:
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Via Europa 10 (VILLA DI TIRANO)

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