Roberto Dettori, Jeet Kune Do e Bullismo

Durante la breve vita di Bruce Lee, furono diverse le espressioni filosofiche che racchiudevano il pensiero con il quale fu concepita la sua arte, ma non da meno furono le opinioni sulle arti marziali in generale. Una di queste espressioni ricordava come fosse importante esprimersi con sincerità e libertà durante la pratica delle arti marziali.

Quando si pensa a questo concetto non si può non far conto con l’immagine di un combattente che si muove con pulizia di movimento e con la potenza che il corpo umano può esprimere dopo anni e anni di pratica. Ma cosa significa realmente esprimersi con sincerità e libertà nelle arti marziali e in questo caso nel Jeet Kune Do così come chiedeva Bruce ai suoi allievi?

Qui entra in ballo il sentimento umano, tutto ciò che proviamo come persona umana lo riversiamo nel movimento del corpo e sulla tecnica.  Se sono arrabbiato i miei colpi e le mie tecniche saranno “arrabbiate” se sono sereno il mio corpo si muoverà in maniera ponderata e senza dispendio di energia inutile.

Un buon artista marziale impara nel tempo a controllare tali sentimenti ed a conoscere sé stesso, questo non significa mentire su ciò che prova, ma semplicemente incanalare energia sui colpi e non su cose inutili che non permettono al mio corpo di essere libero di muoversi ed essere efficiente nel combattimento.

“ La conoscenza di sé è la strada verso la libertà. La libertà risiede nella comprensione di sé stessi, di momento in momento.” B. Lee

Questo tipo di apprendimento e di controllo si sposa bene ad esempio in problematiche sociali come Il Bullismo tra i più piccoli, dove non si ha ancora piena maturità sui sentimenti, e in età infantile è molto più difficoltoso per i ragazzi controllarli, e spesso questa mancanza di conoscenza sfocia in aggressività incontrollata, di solito verso un compagno più debole.

La disciplina che è alla base delle arti marziali aiuta il ragazzo a confrontarsi con gli altri, a sentirsi parte di un gruppo che non accetta la violenza deliberata portando il ragazzo a prendere esempio dagli altri compagni. Induce oltremodo, il ragazzo a imparare a prefissare un obbiettivo e a non arrendersi, a concentrare le sue energie verso l’obbiettivo che vuole raggiungere e non indirizzarla verso distrazioni inutili.

Non è quest’ultimo un insegnamento solo nell’ambito marziale, ma soprattutto per la vita dell’allievo stesso. Il Jeet Kune Do aiuta i ragazzi ad esprimere se stessi nel rispetto degli altri, ed è un’ottima disciplina per i ragazzi ed è un valido aiuto per contrastare il fenomeno del Bullismo, sia per il Bullo che per il bullizzato.

Infondo se andiamo a vedere nella storia, molte persone problematiche si sono salvate dal diventare delinquenti o dei violenti grazie agli sport e alle palestre e non è oggi una novità che lo sport sia il giusto strumento per combattere fenomeni sociali che inducono alla sofferenza e al degrado. I ragazzi hanno bisogno di esempi, di vedere che le cose sono possibili e che possono credere nel futuro senza paura, e il Jeet Kune Do è l’arma giusta per crederci.

INFO: Roberto Dettori

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