Benvenuti nel mio centro di arti marziali situato a Moncalieri, a pochi chilometri dalla città di Torino, presso la palestra Wellness Lab 360, dove insegno arti marziali filippine e Krav Maga. Decisi di approfondire lo studio delle arti marziali filippine e indonesiane (Silat) dopo aver effettuato svariati corsi di formazione sul maneggio e l’uso delle armi da taglio e dopo anni trascorsi alla pratica del Krav Maga e di comuni sport da ring. Rimasi affascinato sin da subito e capii che le discipline marziali del Sud Est asiatico sarebbero diventate parte di me e mi avrebbero accompagnato per il resto della mia vita.

“L’arte marziale e la difesa personale”

Durante il mio cammino ho constatato che molte persone che frequentano corsi di difesa personale pensano che le arti marziali siano solo belle esteticamente, ma poco funzionali e poco efficaci; tanta pratica e molte forme da apprendere, movimenti belli esteticamente ma nello stesso tempo strani e particolari, di difficile applicazione in strada in situazioni di pericolo. Quando però vi è una crescita personale e l’allievo di difesa personale decide di avvicinarsi ad esempio al Kali Filippino, o al Silat Indonesiano, intensificando gli allenamenti, si accorge sin da subito che le tecniche di difesa personale apprese fino a quel momento, dalle più semplici alle più complesse, diventano più fluide e armoniose.

E’ da questo momento che si inizia a capire e a rendersi conto che le posture apprese fino a quel momento, frequentando solo corsi di difesa personale, iniziano a mutare a poco a poco; i singoli movimenti, da duri e scattosi, diventano giorno dopo giorno, sempre più morbidi, fluidi e continui.

I corsi di difesa personale hanno l’obiettivo di insegnare a difendersi in breve tempo, a persone comuni, quindi ci sarà una formazione di base con l’utilizzo di movimenti e tecniche alla portata di tutti. Gli allievi di difesa personale che iniziano a frequentare anche corsi di arti marziali, allenandosi costantemente, iniziano poco per volta a capire che le arti marziali sono estremamente efficaci e che diventa assolutamente importante alternare allenamenti di difesa personale con allenamenti di matrice “marziale”, questi ultimi aventi lo scopo di acquisire la giusta elasticità, assumere le corrette posture, come ad esempio la distribuzione del peso del corpo ed il radicamento a terra, passando allo studio degli angoli e delle linee, elementi di estrema importanza in uno scontro in strada.

Sostengo ormai da molti anni che è vero che le tecniche di difesa personale in genere sono basate sui movimenti semplici del nostro corpo, ma perché non eseguirle anche con i dovuti accorgimenti e le applicazioni marziali, il tutto finalizzato nell’apprendere un sistema completo, decisamente più efficace quando ci troviamo di fronte ad un aggressore di grosse dimensioni.

Ci sono tecniche di difesa personale che non potrebbero funzionare di fronte ad aggressori ben strutturati fisicamente se non si applicassero anche le basi e i principi di natura marziale, oppure le basi di sport da combattimento. Ricordiamoci che i più diffusi stili di difesa personale nascono e vengono sviluppati in ambienti militari, laddove chi li frequenta è abituato alla resistenza e allo scontro fisico, mentre nelle comuni palestre gli allievi sono persone comuni, dal ragioniere al farmacista, uomini e donne, spesso poco allenate e con fisici esili.

Il corpo quindi deve per forza di cose essere “educato” e preparato con i principi delle arti marziali. La nostra struttura deve essere ben radicata a terra per ricevere la maggior forza e la maggiore energia possibile, le nostre gambe devono essere piegate al punto giusto per ottenere un baricentro basso e quindi maggiore stabilità del corpo, i piedi ben saldi a terra ed il peso in avanti.

Occorre studio, tanto esercizio ed allenamento costante per migliorare le nostre abitudini ed assumere gli adeguati atteggiamenti. Sono sufficienti anche solo trenta minuti di esercizio al giorno per far si che i “giusti movimenti” del corpo possano entrare nel tempo a “far parte di noi” ed essere applicati durante gli allenamenti in palestra con i nostri compagni in modo inconscio, quindi senza più rendercene conto.

Ricordiamoci che la marzialità, quindi tutti i movimenti, le posture e le tecniche apprese, faranno parte di noi solamente quando “il cervello dimentica ed il corpo ricorda”, quindi quando saranno applicate in maniera inconscia senza più rendercene conto.

L’esempio più semplice per capire meglio il concetto è quello della guida di un’automobile; un autista, anche solo dopo pochi giorni di guida, non dovrà assolutamente più pensare ai singoli movimenti che deve compiere quando conduce l’auto, come ad esempio scalare la marcia, oppure sollevare il piede dall’acceleratore in frenata, ma li farà in maniera inconscia. Per questi motivi è importante allenarsi tutti i giorni, anche solo per poche decine di minuti.

E’ ormai risaputo che fra tutti i sistemi marziali che utilizzano le percussioni e sport da combattimento in genere, il Kali filippino (mia grande passione) sia uno dei più indicati da apprendere per un praticante di difesa personale, in quanto è il più “sporco”, senza regole, quindi il più simile ad uno scontro in strada con un aggressore.

Nel Kali si pratica il Panantukan, l’arte di boxare, ove si studiano i fondamentali del pugilato e tutte le percussioni possibili, si studia il Sikaran (l’arte di calciare) e il Dumog (lo studio delle leve articolari), oltre ovviamente allo studio e alla pratica degli intercetti. Un valido istruttore di difesa personale deve conoscere e saper insegnare ai propri allievi un sistema che comprenda anche la boxe “sporca”, perché altrimenti diventa difficile saperci difendere in strada. Ricordiamoci sempre che se non sappiamo tirare calci e pugni saremo sempre vittime.

Nel Kali filippino i lavori per allenare e sviluppare sempre di più la sensibilità li troviamo nell’Hubad e nell’Hubad Igot, nei quali vi sono continui intercetti, contestuali attacchi e passaggi di mano da destra a sinistra. Queste sono le basi. All’hubad classico si aggiungeranno in seguito, in base al livello dei praticanti, continui sbilanciamenti, proiezioni, intercetti e gunting (i colpi a “forbice” tipici delle arti marziali filippine), fino ad arrivare al combattimento completo.

Devono essere innumerevoli le ore di allenamento dedicate a questi esercizi, necessari per incrementare la tecnica, la sensibilità ed i riflessi in un combattimento. Inoltre, se gli esercizi dell’Hubad vengono eseguiti in maniera corretta, si impareranno le giuste posizioni, con il peso sempre ben bilanciato.

L’armonia e la fluidità si ottengono facendo tanti allenamenti, anche con basi musicali, dove il footwork (tradotto gioco di gambe) e i singoli movimenti del corpo si plasmano insieme diventando sempre di più un unico elemento. Guardate attentamente i pugili, o gli atleti di Thai boxe e vedrete quanto sono “belli da vedere”, armoniosi e fluidi. Ricordo sempre ai miei allievi che il combattimento è una danza e chi non è fluido cade a terra.

Alla luce dei miei pensieri e delle mie idee sopra citate ed analizzate decisi nell’anno 2014 di creare un sistema in grado di unire le tecniche del Krav Maga con le arti marziali filippine, iniziando gli allenamenti con riscaldamenti ed esercizi del corpo tipici del Silat Indonesiano; pertanto nel mio centro si studia e si pratica il Kali filippino a 360° in tutti i suoi aspetti, dalle mani nude (Panantukan) all’uso dei bastoni e dei coltelli, facendo anche addestramenti di difesa da prese al corpo, da attacchi multipli a mani nude e da attacchi in velocità con coltello e bastone, il tutto senza mai trascurare i movimenti del corpo e i principi marziali, per i quali sono considerato un “integralista”.

Contestualmente a quanto sopra ho iniziato a diffondere tra i miei ragazzi l’Abaniko Tres Puntas, grazie al Guro Davide Vecchi e al Gran Master Rene Tongson, creando un apposito gruppo di studio. Trattasi di un sistema di Kali filippino assolutamente pratico ed efficace, nato ad Antique nelle Filippine, sviluppato e reso famoso nel 1930 da Grand Master Mateo D. Estolloso. Le sue particolari tecniche di Espada Y Daga (spada e daga) gli hanno fornito grande rispetto come combattente in tutto l’arcipelago. L’eredità del sistema è continuata con Gran Master Rene R. Tongson che ha iniziato la pratica delle Arti Marziali Filippine all’età di nove anni a Hinigaran, Negros Occidental, la città natale del professor Remy A. Presas. La sua formazione nel sistema Modern Arnis è iniziata con il Gran Maestro Roberto Presas e il Granmaestro Christino Vasquez, sotto la guida Gran Master Remy Presas.

Gran Master Rene R. Tongson è uno dei Grandi Maestri dell’International Modern Arnis Federation – Philippines (IMAFP) sotto il Professor Remy Presas. È anche membro del Council of Masters of Modern Arnis e co-fondatore della WORLD FAMILY of MODERN ARNIS (WFMA).

Abaniko Tres Puntas è presente in tutto il mondo, sono presenti centri in Australia, Europa, Stati Uniti, Medio Oriente, Asia e Sud America; attualmente è diffuso in 30 Stati e Regioni. In Italia lo stile Abaniko Tres Puntas Classical Arnis è sviluppato da Guro Davide Vecchi, Capo Istruttore e rappresentante ATP Italia, allievo diretto di Grand Master Rene Tongson.

Massimo Fanti

Cell: 3356779884

Info@fmasystem.it 

Istruttore di Kali filippino riconosciuto da AICS e ASC

Istruttore di Krav Maga riconosciuto da AICS, ASC e ACSI

Praticante di Silat Indonesiano stile Cimande

Rappresentante e supervisore per la Regione Piemonte di Abaniko Tres Puntas